La riserva Naturale Orientata del Bosco di Scardavilla.
La riserva di Scardavilla è un’area di estrema importanza ecologica situata nelle prime colline tra Forlì e Meldola. E’ l’unica testimonianza rimasta dell’antico bosco che ricopriva la Romagna. Scardavilla nasce dopo il 1200 come distaccamento del convento di Santa Maria di Vincareto di Bertinoro. I monaci si dedicavano, oltre alle preghiere, anche all’allevamento del bestiame e all’agricoltura nelle zone circostanti il monastero di Scardavilla di sotto.

Uno stupendo tramonto avvolge i ruderi dell’eremo | Canon 30D, Canon 100-400 L is

Gli spettrali ruderi dell’eremo del Santissimo Crocifisso di Scardavilla | Olympus E-1, Olympus Digital 14-54mm
Nel XVI secolo il monastero passa alle dipendenze dei monaci camaldolesi che, grazie al loro codice forestale, contribuiscono in maniera decisiva al mantenimento dell’integrità del bosco. I monaci poi costruirono un nuovo eremo sul vicino monte Lipone. Il complesso era formato da una chiesa in stile barocco dedicata al Santissimo Crocifisso e da un imponente palazzo dallo stile più sobrio. L’eremo era circondato da un esteso querceto secolare e un ampio viale che congiungeva Scardavilla di sopra con il nucleo di Scardavilla di sotto. Una cinta muraria lunga un paio di chilometri proteggeva il complesso monastico, compreso il bosco e i campi coltivati.

Il bosco di querce ha subito dei drastici tagli per far posto a campi coltivati | Canon 30D, Sigma 18-50mm

Sigillo di Salomone [Polygonatum multiflorum] a sinistra e un’orchidea selvatica Cephalanthera damasonium a destra fotografati all’interno della riserva

Il lungo viale che congiunge Scardavilla di sotto con Scardavilla di sopra | Olympus E-1, Olympus Digital 14-54mm

Il rospo smeraldino [Bufotes viridis] è facilmente riconoscibile grazie alla sua particolare livrea | Olympus E-1, Zuiko Digital 50mm macro, twin flash

Una natrice dal collare [Natrix natrix] mentre preda un orbettino | Canon 30D, Canon 100-400 Lis

Particolari all’interno della riserva di Scardavilla
Scardavilla diventa una riserva regionale nel 1991 gestita dal museo di Meldola. Con la nuova gestione parte l’ambizioso progetto per preservare quel poco che è rimasto dell’antico bosco. Oggi l’area protetta si estende su appena trenta ettari dove l’attività umana è fortemente limitata. Il chiostro di Scardavilla di sotto, restaurato preservando il suo aspetto quattrocentesco, è usato principalmente per celebrare feste e matrimoni. In lontananza, il rudere della torre del campanile di Scardavilla di sopra si erge spettrale fra le chiome degli alberi.

Xanthoria parietina è uno sgargiante lichene che spicca fra i tronchi degli alberi | Olympus E-1, Zuiko Digital 50mm macro, twin flash
La flora all’interno della riserva è molto varia. In autunno i tronchi sono ricoperti da colorati licheni, mentre nel sottobosco spuntano una gran varietà di funghi. Molte specie di piante trovano nel terreno di Scardavilla le giuste condizioni per crescere. A seconda dei periodi è possibile osservare il Dente di cane, il Sigillo di Salomone, primule e orchidee selvatiche.

In autunno nella riserva di Scardavilla è possibile trovare una gran varietà di funghi | Canon 30D, Canon 100-400 Lis

Il terreno di Scardavilla è adatto alla crescita delle orchidee selvatiche, come queste Orchis purpurea | Canon 30D, Sigma 18-50
Il nucleo principale della foresta è composto da querce secolari. In tutto il mondo ne esistono oltre 250 specie, di cui solo una decina si trova in Italia. Sono alberi dal fusto dritto e massiccio, con una chioma irregolare e voluminosa, effetto dato dai rami molto biforcuti. Proprio grazie alle querce nel bosco è presente il cervo volante [Lucanus cervus], uno dei coleotteri più grandi esistenti in Europa. Il cervo volante depone le uova alla base di vecchi alberi e legni marcescenti. Le larve, munite di potenti mandibole, scavano all’interno dei tronchi marci fino al momento della metamorfosi. E’ simbolo della riserva di Scardavilla.

Cervo volante [Lucanus cervus] | Olympus E-1, Zuiko Digital 50mm macro, twin flash

La Anthocharis cardamines è una bellissima farfalla diurna della famiglia Pieridae | Olympus E-1, Zuiko OM 135mm, tubo prolunga 25mm

Ape [Apis mellifera] | Olympus E-1, Zuiko Digital 50mm macro, twin flash

Empis sp. | Canon 7D, Sigma 180mm macro

Un gruppo di caprioli si aggira guardingo fra i campi di Scardavilla | Canon 30D, Canon 100-400 Lis

Una splendida coppia di Stenopterus ater | Olympus E-1, Zuiko Digital 50mm macro, twin flash

Dolichopodidae sp. | Olympus E-1, Zuiko Digital 50mm macro, twin flash
Quando cala la notte, la riserva di Scardavilla offre innumerevoli spunti per fotografare specie prevalentemente crepuscolari o notturne. L’atmosfera è davvero suggestiva. Si fotografa al buio immersi nella tranquillità del bosco e accompagnati solo dai richiami degli animali.

Il maggiolino [Melolontha melolontha] è un insetto goffo e rumoroso mentre vola. Individuarlo posato sulle foglie di notte è un’ardua impresa | Olympus E-1, Zuiko Digital 50mm macro, twin flash

Una Tegenaria sp. caccia le sue prede di notte | Olympus E-1, Zuiko Digital 50mm macro, twin flash
Per visitare a Scardavilla è necessario richiedere un’autorizzazione al comune di Meldola. All’interno dell’area ci sono pochi sentieri da cui è severamente vietato uscire, nel rispetto della flora e della fauna. Ci sono inoltre delle bacheche informative che illustrano i diversi ecosistemi e i loro abitanti. Nel 2016 è stato raggiunto l’importante traguardo dei 25 anni dalla costituzione della riserva.