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Urbex in Umbria, l’istituto di recupero per poliomielitici

Urbex

L’istituto di recupero per poliomielitici abbandonato è stato una bella scoperta durante una domenica dedicata all’urbex in Umbria grazie al suo magnifico salone affrescato.

 

Durante la trasferta urbex in Umbria, le mete principali erano la discoteca Red Zone e una centrale termoelettrica abbandonata. L’istituto di recupero per poliomielitici abbandonato mi ha regalato però una bella sorpresa: sono rimasto affascinato da un salone completamente affrescato, miracolosamente risparmiato da vandali e writers. Ho cercato informazioni sulla struttura attraverso internet ma purtroppo sono riuscito a scoprire molto poco.

Urbex in umbria

La vegetazione ha ormai sommerso l’istituto di recupero per poliomielitici abbandonato | Canon 5D mark IV, Canon EF 24-70mm f/4L IS USM

esplorazione urbana italia

Il complesso in alcuni punti è pericolante | Canon 5D mark IV, Canon EF 24-70mm f/4L IS USM

alessiodileo

Questo era l’ingresso principale dell’istituto abbandonato | Canon 5D mark IV, Canon EF 24-70mm f/4L IS USM

Il centro di recupero medico sociale per poliomielitici è stato istituito agli albori della fisiatria italiana, ed è rimasto operativo fino al 1973. Ospitava i pazienti, in particolare bambini e ragazzi, provenienti dall’intero territorio nazionale affetti da paralisi dovute alla terribile poliomielite, una grave malattia infettiva che colpisce il sistema nervoso motorio. L’intero complesso è circondato dal verde della campagna umbra e rimane nascosto nella vegetazione. Solo la parte più recente è visibile dai campi. La piccola comunità rurale in origine ospitava circa trecento persone. Vivevano in modo semplice, al ritmo delle stagioni che scandiva il duro lavoro nei campi, alternando conversazioni ripetitive e pettegolezzi di paese.

Poliomielite

Alcuni dipinti raffigurano bambini malati di poliomielite | Canon 5D mark IV, Canon EF 24-70mm f/4L IS USM

Istituto recupero poliomielite

Altri dipinti al piano terra | Canon 5D mark IV, Canon EF 24-70mm f/4L IS USM

In Umbria ci sono molti complessi facilmente esplorabili. L’istituto di recupero per poliomielitici abbandonato non fa eccezione. Sono entrato facilmente attraversando un campo in un punto dove non c’è alcuna recinzione. L’istituto di recupero professionale è composto da un’antica villa nobiliare, una piccola chiesa e da un’ala più moderna. Tutto il complesso è in evidente stato di abbandono da molti anni. All’interno ci sono tracce di restauri abbastanza recenti, interrotti per chissà quale motivo.

Alessio di leo

La corte interna del centro di recupero | Canon 5D mark IV, Canon EF 24-70mm f/4L IS USM

istituto di recupero per poliomielitici

Dall’ultimo piano si vede il piccolo campanile della chiesa | Sony A7II, Sony FE 16-35mm f/4 ZA OSS Vario Tessar T*

L’esplorazione inizia proprio dalla parte nuova. Il primo ambiente che mi si presenta è un grande prefabbricato con un piccolo palco. Ci sono ancora alcune attrezzature ginniche, come le spalliere ortopediche arcuate attaccate alle pareti. C’è anche un piccolo palco circondato dalle sedie, dove evidentemente si tenevano le lezioni di ginnastica. All’interno di una sala adiacente sono accatastate decine di porte e scuri di legno. In un angolo della stanza giace un vecchio tavolo da bigliardo ormai marcio. Questa zona era adibita a scuola: elementari, medie e superiori.

Urban exploration

Questa molto probabilmente era una palestra | Sony A7II, Sony FE 16-35mm f/4 ZA OSS Vario Tessar T*

Alessio Di Leo

Scuri e porte accatastati in tutta la stanza | Sony A7II, Sony FE 16-35mm f/4 ZA OSS Vario Tessar T*

Esplorazione urbana

Un vecchio tavolo da bigliardo ormai marcio | Sony A7II, Sony FE 16-35mm f/4 ZA OSS Vario Tessar T*

Urbex in Umbria

Una delle sale dove venivano visitati i pazienti | Sony A7II, Sony FE 16-35mm f/4 ZA OSS Vario Tessar T*

Questa parte del complesso non ha particolari attrattive e così entro nella zona che reputo più interessante. L’antica villa è riconducibile a una nobile famiglia benestante di origine belga, quella dei Lefevbre. Qui nel 1956 fu fondato l’istituto di recupero per poliomielitici per volere di Don Giuseppe Cirinei. Il grande salone fiancheggiato da colonne è stato evidentemente restaurato in tempi abbastanza recenti. Nelle varie stanze laterali ci sono montagne di documenti ammucchiati in ogni angolo.

Urbex umbria

L’ingresso della villa parzialmente restaurato | Sony A7II, Sony FE 16-35mm f/4 ZA OSS Vario Tessar T*

Villa abbandonata umbria

Libri e documenti sono sparsi ovunque | Sony A7II, Sony FE 16-35mm f/4 ZA OSS Vario Tessar T*

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Un grosso registro contabile | Sony A7II, Sony FE 16-35mm f/4 ZA OSS Vario Tessar T*

Luoghi abbandonati umbria

Una lettera di raccomandazione | Sony A7II, Sony FE 16-35mm f/4 ZA OSS Vario Tessar T*

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Lettere dei genitori ai gestori del centro di recupero | Sony A7II, Sony FE 16-35mm f/4 ZA OSS Vario Tessar T*

Molte pareti sono scrostate e i corridoi impregnati dell’odore pungente di muffa restituiscono una strana sensazione d’inquietudine. Sempre al piano terra c’è una sala con un’enorme vasca piastrellata, dov’erano eseguiti i trattamenti medici e di riabilitazione in acqua.

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Alcune stanze sono pervase dal caos | Canon 5D mark IV, Canon EF 24-70mm f/4L IS USM

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I corridoi del piano terra con i muri scrostati da anni d’intemperie | Sony A7II, Sony FE 16-35mm f/4 ZA OSS Vario Tessar T*

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La grande vasca per la riabilitazione | Sony A7II, Sony FE 16-35mm f/4 ZA OSS Vario Tessar T*

Decay

Un particolare della sala per la riabilitazione | Sony A7II, Sony FE 16-35mm f/4 ZA OSS Vario Tessar T*

Il motivo per cui si è cercato di recuperare questo edificio è presto detto. Alcune stanze ai piani superiori sono intonacate con magnifici affreschi. Una in particolare mi ha molto colpito, un grande salone totalmente affrescato di una bellezza tale da lasciare senza fiato. Sulla porta d’ingresso è posta una grande targa di marmo in ricordo del soggiorno di Papa Leone XIII. Questa zona dell’edificio è ben conservata grazie a vari interventi di restauro.

Ville abbandonate

Un bellissimo ascensore Falconi ormai coperto di ruggine | Sony A7II, Sony FE 16-35mm f/4 ZA OSS Vario Tessar T*

Urbex

Lo stupendo salone affrescato nascosto all’interno dell’istituto di recupero per poliomielitici è stato una fantastica scoperta | Sony A7II, Sony FE 16-35mm f/4 ZA OSS Vario Tessar T*

Alessio Di Leo urbex

Alcune stanze non sono state ristrutturate | Sony A7II, Sony FE 16-35mm f/4 ZA OSS Vario Tessar T*

Umbria urbex

Gli stupendi soffitti affrescati | Sony A7II, Sony FE 16-35mm f/4 ZA OSS Vario Tessar T*

Villa abbandonata

Un altro affresco sul soffitto | Sony A7II, Sony FE 16-35mm f/4 ZA OSS Vario Tessar T*

Papa leone

La grande targa commemorativa in marmo dedicata al soggiorno di Papa Leone XIII all’interno della villa | Sony A7II, Sony FE 16-35mm f/4 ZA OSS Vario Tessar T*

Proseguendo l’esplorazione ai piani superiori c’è una stanza che probabilmente era la camera di Don Giuseppe Cirinei o di qualche altro importante rappresentante della chiesa che officiava nel complesso. La cappella è piuttosto piccola e molto spartana ma i raggi di luce che penetrano dalle finestre creano un’atmosfera particolare. Ritornerò sicuramente a fare urbex in Umbria perché questa regione ha molto da offrire agli esploratori urbani.

Chiesa abbandonata

La piccola chiesa abbandonata | Sony A7II, Sony FE 16-35mm f/4 ZA OSS Vario Tessar T*

Chiesa abbandonata umbria

La stanza prima della chiesa con una bella acquasantiera di marmo | Sony A7II, Sony FE 16-35mm f/4 ZA OSS Vario Tessar T*

Luoghi abbandonati

Dettagli dell’altare | Sony A7II, Sony FE 16-35mm f/4 ZA OSS Vario Tessar T*

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Questa è la zona più danneggiata del complesso | Sony A7II, Sony FE 16-35mm f/4 ZA OSS Vario Tessar T*

urban exploration photography

Strani incontri, una statua religiosa nel bel mezzo di una stanza vuota | Sony A7II, Sony FE 16-35mm f/4 ZA OSS Vario Tessar T*

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Questa era la stanza di Don Giuseppe Cirinei | Sony A7II, Sony FE 16-35mm f/4 ZA OSS Vario Tessar T*

Grazie a questa trasferta urbex in Umbria sono riuscito a mettermi in contatto con alcuni ospiti, che chiamavano “villa” l’istituto di recupero per poliomielitici. L’unica cosa cui bisogna prestare attenzione è la possibile presenza di eternit all’interno di alcuni locali.

39 commenti su “Urbex in Umbria, l’istituto di recupero per poliomielitici”

  1. Ciao Alessio, approfitto del tuo sito (complimenti per la nobile passione) per fornirti qualche diretta informazione su “Villa Compresso”, come si chiamava all’epoca, il centro di recupero per poliomielitici, ideato e gestito dal Monsignor Giuseppe Cirenei, cristiano cattolico, persona amabile, di grande umanità, per me benefattore lungimirante, avendomi aiutato a curare i postumi della poliomielitice con la sua struttura e, soprattutto, avendomi dato la possibilità di studiare ( per i primi tre anni a Compresso e, per i cinque successivi, nella sede distaccata di Città della Pieve).
    Ripeteva sempre che, studiando, avremmo potuto inserirci nella società al pari di tutti gli altri. E così è stato.
    Con simpatia, Dante Recchia

  2. Ciao sono Salvatore Blando un siciliano, anch’io sono un ex che sono stato in questa Villa dal 1974 al 1977, 3 anni di scuole medie, ricordi indimendicabili e soprattutto molto istruttivi per la maturazione personale, li ho avuto la possibilità di frequentare persone veramente di grande spessore di valore umano e di preparazione.
    Ci sono passato circa 10 anni fà dal posto, con tanta voglia dopo tanti anni, sono riuscito ad entrare e ho visto quasi tutto lo scenario che ho rivisto adesso, un vero e proprio peccato lasciare ridurre in queste condizioni la bella villa che ricordo. Non nascondo che sono andato via con il cuore a pezzi emozionatissimo, adesso rivedendo il tutto mi sembra di rivivere lo stesso momento. Ringrazio tanto di averlo pubblicato e se volete tenermi aggiornato ve ne sarò grrado e contentissimo. Un abbraccio cordiali saluti.

      1. Ciao Alessio Scusami , io ricordo qualcosa di te, mi puoi dire dove vivi e in quali anni sei stato li, se vuoi io ho atre foto della villa, tipo come quelle del campo sportivo e della scuola. Ciao ciao a presto

  3. edda patat rapaccini

    Solo oggi ho visto come hanno ridotto i vandali Villa Compresso. Nel Marzo del 1959 con Monsignor Giuseppe Cirenei ho aperto e diretto
    “L’istituto di recupero Medico Sociale di Villa Compresso” In quella Chiesetta mi sono sposata circondata dall’affetto di tutti gli ospiti dell’istituto che ricordo con con tanta tenerezza. La proprietaria, la contessa Lefèvre l’aveva regalata per quello scopo a Monsignor Cirenei. Chiuso l’Istituto dovrebbe essere passata al Arcivescovado o ai nipoti del monsignore .Ho cercato di saperlo anni fa ma non mi è stato possibile. C’è qualche ex ospite che si ricorda di quel periodo? Un abbraccio Edda Patat Rapaccini

  4. Salve,mia madre è stata direttrice di Villa Compresso dal 1958 al 1962 ,rivedere queste foto di abbandono è stato un duro colpo per lei. È un vero peccato che la Villa sia ridotta in questo stato e tutta la documentazione sia andata persa.

  5. Buongiorno…mi piace molto questo “mondo” di edifici abbandonati e vorrei fare qualche “esplorazione”, da anni mi cimento su paesaggi. Se c’è qualcuno che si vuole unire io mi trovo nelle vicinanze di Perugia. Abito a pochi km da questa splendida costruzione e vorrei visitarla ma qualcuno sa se c’è un custode??? Grazie.

      1. Ciao Alessio, l’intero complesso è sorvegliato da un uomo che abita in un prolungamento dell’istituto. Sicuramente conosce molte più informazioni di quante se ne possano trovare online.

    1. Ciao Andrea, anche io sono di Perugia e amo il mondo dell’urbex, se ti va di farci 2 chiacchiere scrivimi su Instagram (alessandro_alano)

  6. Salvatore Bongiorno

    A tutti coloro che hanno frequentato o sono stati ospiti del centro, se volete, ci possiamo riallacciare su FACEBOOK ,che ho un profilo li ” TOTO BONGIORNO ” ….. per scambiare 4 parole e qualche ricordo,
    Con l’ occasione saluto tutti

  7. Salvatore Bongiorno

    Salve…… sono siciliano esono stato ricoverato per ben 5 anni in questa fu bellissima struttura chiamasi “Pieve di Compresso” che utilizzavamo per il periodo scolastico, da ottobre a giugno, poi finite le scuole ci trasferivamo ad Igea Marina – Rimini per il periodo estivo e li si chiamava Villa Balducci.
    Riconosco tutti i locali che mostri nelle foto, mi sembra oggi che ancora li giro tutti dopo piu di 45 e mi piange il cuore vederlo in che stato e’ ridotto, in quel periodo c’era la vita….. adesso sembra vi sia stata una tromba d’aria a l’ interno di quei locali.
    Un grandissimo peccato lasciarlo alla merce’ di teppisti e vandali…. al piu’ presto che ci sia interessamento delle autorita’ competenti per vedere di recuperare il salvabile .
    grazie per tutte le foto che jai pubblicato, mi hai fatto tornare ragazzino per un po

  8. salve
    sono un reduce di Villa Compresso Stocchi Bruno detto (Rbobespierre) da Monsignore perchè ero un pochino ribelle…. Non sopportavo le ingiustizie… a noi ci davano la minestrina coin i formaggini e i signori (parenti) di Monsignore caricavano forme di grana e prosciutti, all’insaputo del Monsignore…. e io ed altri facevamo razzia in dispensa.

  9. Simona mi scrive:

    “Ciao Alessio. Ti scrivo perché colpita da queste potenti immagini e perché innamorata, come te, dei “luoghi dell’abbandono”. Proprio ieri mi sono addentrata in una casa di campagna abbandonata di fine ‘800 e mi sono persa in quel mondo parallelo così affascinante. Ho scritto un breve racconto in terza persona con le mie riflessioni per trasmettere ciò che provo al cospetto di certi luoghi. Sono solo una neofita, e per ora mi sono addentrata solo in un un paio di vecchie case abbandonate. Ma sento che è una passione che cresce sempre più e vorrei coltivarla. Per questo mi piacerebbe mettermi in contatto con altre persone che abbiano la stessa passione per poter dar vita ad un percorso di esplorazione sempre più emozionante. Ti lascio queste poche parole che trasmettono tutta la mia passione per i luoghi dell’abbandono. Spero che mi risponderai.
    Simona

    Le piacevano da morire le cose abbandonate. Le case vecchie, quelle senza più il tetto, con gli alberi che crescevano dentro. Si fermava sempre a guardarle, col desiderio di entrarvi, per lasciarsi permeare dal senso di solitudine e pace, intimità e sospensione del tempo che quei luoghi le trasmettevano. Si fermava per respirare i brandelli di un passato di cui restava solo una lontana e indistinta eco. Per entrare nelle crepe del tempo alla scoperta di storie di vita ormai lontane. Si perdeva negli spacchi dei ruderi, per nutrirsi di quella luce, linfa vitale, che filtrava consentendo alla natura di riprendersi indisturbata i suoi spazi. Camminava su quel manto di edera, tenace e volitiva, come su una nuvola verde, sotto l’azzurro del cielo. E poi entrava in quelle stanze buie, piene di antiche ragnatele, a cercare tracce di un passato remoto, tra i giochi di luci ed ombre a creare un luogo fisico e metasifico insieme.
    Ogni volta i luoghi dell’abbandono rapivano il suo sentire, catturato dai resti delle cose, che rimanevano lì, imperfetti e pericolanti, come un canto del tempo…”

    Grazie per aver condiviso queste tue parole che rispecchiano la tua voglia di esplorare!

  10. per il mio lavoro ci capitavo abbastanza spesso, gli controllavo le apparecchiature di cucina, spesso ci si incontrava con Mons.Cirenei

  11. Stefano Purgatorio

    Salve anche i miei… come i genitori di Rosalinda si sono conosciuti là… il suo babbo e la mia mamma sono cugini e entrambi nipoti di monsignor Cirenei…. la stanza che hai descritto come palestra in real6era anche il teatro dove una volta facevano spettacoli e suonava la band di Compresso…

    1. Ciao Stefano, grazie per la precisazione. Ti invito, se vuoi, a mandarmi una mail per raccontarmi di più su Compresso. Su internet purtroppo non si trova praticamente nulla.

    2. Salvatore Bongiorno

      Hai ragione Stefano Purgatorio, ma prima che fosse costruita la palestra, gli spettacoli si facevano nel salone affrescato che si vede nella prima foto della pagina…. la palestra l’ ho vista realizzare

  12. Ciao,mio marito ed io saremmo molto interessati a diventare urbex… Potresti dirmi se è una cosa fattibile? Abbiamo scoperto la passione durante la quarantena

    1. Anastasia Lo Giudice

      Ciao Susana, per diventare Urbex va acquisita grande consapevolezza dell’influenza che la nostra storia territoriale ha sul nostro presente, in quanto persone, cittadini e rete sociale. Il periodo Della quarantena é certamente il piú indicato per carpire spunti del genere e ispezionare a fondo noi stessi. Alla luce di ció ti pongo una domanda, Susanna, siamo noi a scegliere l’Urbex o é l’Urbex a scegliere noi?

    2. Ciao Susanna, ti consiglio di partire con qualcosa di facile tipo qualche rudere o vecchia casa di campagna abbandonata. Bisogna acquisire consapevolezza perché l’esplorare un posto abbandonato può nascondere diverse insidie.

  13. Nottiani Alessandro.nottiani@alice.it

    Ero uno degli ospiti dell’istituto. Abito in zona. Da fuori qualche visita la facciamo. Ma l’interno non l’avevo più visto.

    1. Camilla Sorignani

      Dove si trova l’edificio? lo sto cercando su Google Maps ma non riesco a trovarlo. Anche su internet non c’è molto.

        1. Ciao Massimo. Quando ho esplorato il complesso alcuni anni fa ho cercato informazioni al riguardo ma su internet sembrava non esistesse nulla. Dimenticato nel nulla. E’ un vero peccato che ci siano voluti vandali e ladri per portare all’attenzione questo patrimonio culturale e storico italiano. La villa con i suoi splendidi affreschi andava tutelata molto prima. Purtroppo lo stato, le istituzioni e gli enti il più delle volte vedono queste cose come un costo non necessario, salvo poi lamentarsi e intervenire quando ormai è troppo tardi e i costi di recupero sono aumentati considerevolmente.

      1. Ciao.
        Mia Madre e mio Padre si sono conosciuti li’. Lo chiamavamo Compresso.
        Lei era insegnante lui il nipote del Monsignore che lo gestiva.
        Io da bambina ci andavo praticamente spessissimo. Ho visto la “piscina” funzionante, il refettorio, la cucina…tutto attivo, fresco e pulito.
        La casa del custode e’ parte dell’edificio anche se staccata, vero?

        Memorie bellissime! Grazie

        1. Ciao Rosalinda, sono contento che le mie foto ti abbiano fatto tornare in mente bei ricordi. Ti invito, se vuoi, a mandarmi una mail per raccontarmi di più su Compresso. Su internet purtroppo non si trova praticamente nulla.

        2. Salvatore Bongiorno

          Ciao Rosalinda…. la casa del custode se non ricordo male, era accanto l’ edificio scolastico quello di costruzuine piu’ recente, poi c’era il campo di calcio ed in fondo il boschetto dove lui haveva un pollaio ed io ogni tanto mi andavo a prendere l’ ovetto freschissimo, tra il bosco ed il campo di calcio c’era ina vasca con i pesci, ti ricordi ?

      2. ciao potrei sapere dove si trova mi sto appassionando all urbex ma nn trovo luoghi mi trovo inumbra grazie mille

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